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Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre
Istituita nel 1997, con D.M. Ambiente secondo la legge 979/82, integrata dalla legge 394/91
Area marina protetta
Il perimetro che delimita l'A.M.P. verso terra, è caratterizzato da una costa con pregevoli,
in alcuni casi uniche, situazioni paesaggistiche ed ambientali. L'unicità di questo lembo di Sardegna è dovuta alla straordinaria sensazione di continuità tra la terra ed il mare che il paesaggio trasmette.
I lineamenti geomorfologici della parte della penisola del Sinis interessata dall'Area marina, sono stati condizionati dai fenomeni tettonici regionali, la cui fasi hanno comportato l'isolamento dell'alto strutturale granitico dell'Isola di Mal di Ventre a Nord e lo scoglio del Catalano, a Sud. Oltre, un orizzonte infinito si perde nell'esteso braccio di mare che separa la Sardegna dalla Spagna, il Mar di Sardegna.Profile of the Marine Protected Area
The sea and the coastal environments included in the protected area are extremely heterogeneous, with naturalistic and archaeological elements of considerable value. The conformation of the coast is in some stretches low and sandy, in others rocky with small reefs or with imposing cliff formations. From Su Siccu, the end of the protected area in the Gulf of Oristano, the landscape is characterized by the lagoon, with a sandy tongue separating the pond of Mistras from Mare Morto; with the promontory of Capo San Marco the coast becomes rocky and then descends into the Mare Vivo, in San Giovanni di Sinis, and reascends with the cliff walls of Torr'e Seu. Towards the north the coast is characterized by low reefs and long quartziferous sandy shores of considerable beauty, like Is Arutas and Mari Ermi, with stretches of dunes towards the hinterland covered by a typical Mediterranean vegetation. When you pass the Capo Sa Sturaggia, the high and white cliffs of Su Tingiosu close the coastal territory of the protected area. In the clear sea there are two uncontaminated islands: the granite Isola Mal di Ventre and the basaltic Scoglio del Catalano.History
The most ancient proof of human presence in Sinis comes from the Cabras lagoon, where Neolitic tombs were found (4000 B.C.) in Cuccuru Is Arrius islet. The most important historical event, though, is the expansion of Tharros, ancient and thriving coastal city-state founded by the Phoenicians, later to become Punic and finally Roman. During the Middle Ages, raids by the "moors" (or Barbary pirates) led to the abandonment of coastal settlements. Their incursions persisted until the 19th century; someone says that the great corsa degli scalzi ("barefoot race") reminds of the villagers’ escape from the Saracens. Strategically arranged in view with each other, watch-towers represented a sighting and signalling system against barbaresque raids. At the time of depopulation, marshes were progressively reconquering the inhabited areas. Towards the end of the 19th century, wetlands had taken back the main part of the region and malaria had largely spread. In the 20th century, draining and hydraulic reclamation works began to regain farming lands.
Norme istitutive
* Identificata come area marina di reperimento dalla L. n. 979 del 1982
* Istituita con D.M. del 12.12.1997 (G.U. n. 45 del 24.02.1998)
* Modificato con: D.M. 22.07.1999 (G.U. n. 220 del 18 settembre 1999)
* D.M. 06.09.1999 (G.U. n. 255 del 29 ottobre 1999) Testo coordinato che sostituisce integralmente i D.M. precedenti
* Modificato con D.M. 17.07.2003 (G.U. n. 262 del 11.11.2003)
Il centro visite
Centro Visite dell'Area Marina Protetta, situato nella borgata marina di San Giovanni di Sinis,
è un punto di riferimento per i visitatori, in particolare per le scolaresche, che desiderano approfondire le conoscenze sull'Area Marina Protetta. Il Centro funziona anche come punto informativo, compresa la distribuzione di materiale informativo sull'AMP e sul territorio circostante.
All'interno del Centro Visite è anche possibile prendere visione di video e filmati sull'Area Marina Protetta e osservare il materiale esposto nei locali, come le fotografie dei concorsi di fotografia subacuea organizzati dall'AMP, carte nautiche, la rappresentazione dei diversi tipi di sabbia presenti nei litorali dell'AMP e la raffigurazione dipinta sulle pareti degli ambienti e degli organismi più caratteristici dell'Area.La natura
Il profilo che delimita l'Area marina protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre è caratterizzato, verso terra, da una costa con pregevoli e, talvolta uniche, situazioni paesaggistiche ed ambientali. Nei tratti bassi di questa costa si sono sedimentate spiagge di sabbia e di granuli di quarzo di rara bellezza; nei tratti alti, imponenti falesie sovrastano il mare fungendo da belvedere verso l'antistante Isola di Mal di Ventre a Nord, e lo scoglio del Catalano a Sud. L'unicità di questo lembo di Sardegna è fornita dalla straordinaria sensazione di continuità fra terra e mare. Il Sinis di Cabras è uno straordinario condensato di storia umana ed una delle più suggestive sintesi della natura. A dispetto della immobilità che trasmettono le "forme" geologiche, i paesaggi che si prospettano sono il risultato di una successione di eventi geologici e dell'opera dell'uomo.
Nella ricerca delle ragioni della millenaria presenza umana, riconoscerete nei massi squadrati di roccia sedimentaria e vulcanica, negli edifici, nelle strade, nei nuraghi, nelle peschiere, nelle praterie umide, nelle spiagge, i segni di un ambiente dominato dal mare, dagli stagni, dal vento e dal sole. Ma se è difficile capire l'uomo del Sinis separandolo dal contesto ambientale, "gli avanzi, di natura" riporteranno a tempi molto più lontani di quelli in cui l'uomo è stato il protagonista. Il Sinis di Cabras è un variopinto campionario di ecosistemi. Flora e fauna sono tipiche del Mediterraneo, la vegetazione è ovunque di tipo erbaceo o arbustivo, raramente arboreo. Canneti e tifeti, distese di scirpo e giunco, tamerici e salicornie offrono rifugio ad una ricca e differenziata avifauna selvatica con presenze uniche e rare; sono mediterranei "tipici" anche il clima, il mare che bagna le coste sabbiose e rocciose, i grandi sistemi delle acque così caratteristici.
Fino alla fine del 1800 le zone umide erano senza dubbio il tratto paesaggistico dominante nel golfo di Oristano: lo stagno di Cabras, vero simbolo del territorio, chiamato nell'antichità stagno di Mar'e Pontis, impregna ogni manifestazione di vita, di economia e di cultura di Cabras; la laguna di Mistras, oasi faunistica di 450 ettari, a cornice della quale, colture di barbabietole, carciofi e pomodori, siti nuragici, confermano come le zone di "transizione" abbiano svolto una funzione strategica per l'uomo nel Sinis; le paludi temporanee; i canali; la foce del Tirso, l'influenza delle cui acque è fondamentale per l'ecologia del Golfo, dello stagno di Cabras e della Laguna di Mistras, perchè le sue acque, miscelandosi con quelle del mare, costistuiscono una sorta di "trappola biologica" che alimenta di vita le acque del litorale e dei corpi idrici; i caratteristici stagni retrodunali di Mari Ermi e Portu Suedda, creatisi dietro i cordoni di sabbia quarzifera, dove l'acqua si accumula. Infine i promontori di Capo San Marco, Seu, Su Tingiosu, il pianoro di "Su pranu" ed i residui sistemi dunali di San Giovanni di Sinis, Funtana Meiga e Maimoni.La storia
La più antica testimonianza della presenza umana nel Sinis, proviene dallo stagno di Cabras. Nell'attuale isolotto di Cuccuru Is Arrius sono state trovate tombe del Neolitico (4000 a.C.). Le statuette rinvenute nei corredi funerari testimoniano la religiosità di ambito mediterraneo di quel periodo, pervasa dal culto del dio Toro e dalla dea Madre.
La presenza nuragica doveva essere intensa a giudicare dal numero di torri nuragiche esistenti nell'area, dagli abbondanti rinvenimenti presso il complesso nuragico di S'Uraki, e dalla scoperta a Monti Prama di numerose statue in arenaria raffiguranti guerrieri nuragici. L'evento storico più importante dell'antichità è l'espansione in questo territorio di un grande insediamento come Tharros, antica e prospera citta-stato costiera fondata dai Fenici presso un preesistente abitato nuragico, poi punica, infine romana. Resistette in periodo bizantino, anche se avviata ormai a decadenza per il venir meno delle attività che l'avevano fatta grande. Ma in epoca medioevale il Sinis era già avviato ad un progressivo decadimento.
La rete degli insediamenti, fittissimi in epoca romana, andava diradando. La spinta più forte allo spopolamento delle coste venne dalle incursioni dei pirati barbareschi che fecero della guerra una propria impresa su scala internazionale. Le incursioni dei barbareschi hanno segnato in maniera indelebile la storia e il paesaggio della costa del Sinis. A partire dal secolo VIII il mare cominciò a portare terrore e distruzione. I "mori" giungevano come un flagello, guidati da agenti locali patronali. Neppure la grande spedizione dell'imperatore Carlo V nel 1541, portata direttamente fin sulle basi di Algeri, era riuscita a domare i Saraceni. Le incursioni continuarono fino all'ottocento. Nel 1571 Filippo II ordinò che sui litorali della Sardegna fosse costruita una cinta dì torri di guardia, dislocate strategicamente a vista tra loro per consentire un sistema di avvistamento e segnalazione contro le incursioni barbaresche. Gli acquitrini riconquistarono progressivamente le zone abitate. Una serie di insediamenti di monaci e la fondazione di alcune chiese non riuscirono ad evitare lo spopolamento.
A metà dell'Ottocento la zona degli stagni era sporadicamente frequentata per le attività di estrazione del sale e della pesca. Alla fine di quel secolo gli acquitrini avevano ormai ripreso gran parte della regione e la malaria era molto diffusa. Nel corso del Novecento alcuni interventi di prosciugamento e di bonifica idraulica cominciarono a riconquistare terre da coltivare.Ente di gestione dell'Area Marina Protetta:
La gestione dell'Area Marina Protetta è affidata al Comune di Cabras con convenzione del 05/02/1998.
Sede: Piazza Eleonora, 1 - 09072 Cabras (OR)
Centralino: 0783.3971
FAX: 0783.391097
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