World Wide Surf Guide

 

REPUBBLICA DI CAPO VERDE

Governo: Capo Verde è una Repubblica indipendente dal 1975. Il presidente detiene il potere esecutivo ed è eletto a suffragio universale.
Religione: La religione maggiormente praticata è il Cattolicesimo.
Ambasciata Capoverdiana in Italia: via G. Carducci 4/1, 00187 Roma, tel 06 4744678-596, fax 06 4744643.
Consolato Capoverdiano in Italia: viale Elvezia 10/4, 20154 Milano, tel 02 3319127. Torino: tel 011 655866. Firenze: tel 055216689. Napoli: tel 081 264909

Clima
Situato in una zona dove predomina un vento proveniente generalmente da nord-est e che aumenta d'intensità fino al mese di luglio, Cabo Verde usufruisce di condizioni climatiche più favorevoli rispetto a quelle dei paesi del vicino continente situati alla stessa latitudine. La stagione delle piogge si estende durante i mesi di agosto, settembre e ottobre con piovosità incerta di anno in anno, da isola a isola e persino da luogo a luogo ma ciò non impedisce che a Cabo Verde sia estate tutto l'anno. I famosi venti caldi dell'est provenienti dal continente africano arrivano, di solito, a gennaio e febbraio.
Il clima é tropicale secco. La temperatura media annua oscilla intorno ai 25° e le escursioni termiche non superano i 10° dovuto all'influenza dell'oceano.
In mare la temperatura oscilla intorno ai 21° (febbraio e marzo) e ai 25° (settembre e ottobre).


Free 30 days Visa upon arrival for all visitors
No prior visa is required to enter the Republic of Maldives. Entry permit will be granted to visitors on arrival at designated ports of entry, based on the immigration requirements.

Visto di 30 giorni gratuito per tutti i visitatori al loro arrivo
Per entrare nella Repubblica delle Maldive non è necessario alcun visto richiesto in precedenza. Il permesso di ingresso è garantito a tutti gli stranieri al loro arrivo ai porti di ingresso designati, in base ai requisiti di immigrazione.



Useful links:
http://www.caboverde.com/

APPUNTI DI VIAGGIO

ISOLA DI SAL:

L’isola di Sal fa parte dell’arcipelago del Capo Verde, in mezzo all’Oceano Atlantico tra il Senegal ed il Brasile. L’isola non è molto grande e può essere girata in macchina da Nord a Sud in meno di un’ora. Gli unici due centri abitati sono Santa Maria (località turistica a Sud dell’isola) ed Espargos (capoluogo a Nord dell’isola nelle vicinanze dell’unico aereoporto). Gli abitanti sono di razza creola, una fusione tra l’uomo europeo e quello africano (non è raro vedere donne e uomini dalla pelle nero pece e gli occhi verdi smeraldo). Le isole del Capo Verde, ex colonia portoghese, dichiararono la loro indipendenza dalla madrepatria nel 1974, data a partire dalla quale iniziò un lento e disastroso degrado economico. Tutte le industrie di sale furono abbandonate, e nessuno fu più in grado di impiantare attività redditizie che potessero dare una certa autonomia finanziaria alle isole. Negli ultimi anni molti imprenditori del Nord Italia scelsero di investire i propri capitali proprio qui, costruendo villaggi turistici e grandi residence che diedero lavoro a molti abitanti. Il costo delle vita sulle isole è molto alto, dato che tutto è importato dai continenti e nulla è autoprodotto sul posto (a parte il sale, l’unica merce che si trova in abbondanza). Il clima è caldo tutto l’anno, data la posizione relativamente vicina all’equatore.

Un pomeriggio qualsiasi:
Mi affaciai, come di consueto, dalla rotonda di Ostia per vedere com’era il mare. Le onde erano sul mezzo metro ed in acqua c’erano molte persone, ma riuscii lo stesso a scorgere il mio amico Yor. Entrai e una volta sulla line up gli chiesi se aveva pensato a dove andare questa estate per fare il surf. Mi rispose che aveva sentito parlare bene dell’isola di Sal, a Capo Verde, e che lì avremmo trovato buone onde, mare caldo e poche persone in acqua. Appogiai subito la sua idea e iniziammo a cercare un volo e un posto dove dormire. Trovammo subito tre ottimi compagni di viaggio: Andrea (Volterrani) e Pox (Andrea Possenti). Eravamo tutti entusiasti di surfare onde poche conosciute, e questa avventura ci incuriosiva sempre di più…
Aereoporto internazionale “Leonardo Da Vinci” :
All’aereoprorto di Fiumicino ci incontrammo per l’inizio del nostro viaggio, tra euforia e saluti le nostre teste erano già nell’isola di Sal, fantasticando su ciò che avremo trovato. Prima dell’imbarco Yor e Andrea andarono alla disperata ricerca di medicinale fondamentali che avrei dovuto portare io insieme ad un pacco di sale, ma che poi dimenticai come al solito a casa. Io e Pox intanto facevamo provviste di cibo per il volo. Ero sancora stanco dal viaggio che feci a Tenerife (dal quale tornai solo due giorni prima della partenza per Capo Verde), ma la mia fame di onde era così grande che non ci pensavo nemmeno…
L’arrivo:
Tutti riuscirono a chiudere occhio sull’aereo tranne me. Anche se ero stanco non riuscivo a distogliere lo sguardo dal finistrino. Decine di isole illuminate riempivano l’immensa oscurità dell’oceano di notte, insieme al bagliore intermittente della luce di posizione sull’ala del nostro Boeing 767. All’arrivo a Espargos ci accolse subito una brutta sorpresa? Le tavole arrivarono, per nostra grande fortuna, tutte intere, ma la valigia di Andrea era dispersa da qualche parte nel mondo. Ci dissero subito che all’aereoporto di Lisbona (dove avevamo fatto scalo) era una consuetudine lo smarrimento dei bagagli, e ci adoperammo subito per il più veloce recupero. Un pick-up ci accompagnò molto gentilmente (per ?soli? 10 euro) fino all’albergo. Lungo la strada il rumore delle onde si confondeva con la musica brasiliana della radio dell’autista, e tutti i nostri occhi erano puntati sul mare e sulla schiuma bianca delle onde che brillava nella notte senza luci della costa est. Dormimmo tutta la notte come angioletti e per primi ci svegliammo io e Pox. Dalla finestra della nostra stanza ci sorprese subito la vista di una serie che rompeva proprio davanti alla spiaggia del nostro albergo: tutto ciò per cui eravamo partiti era proprio li davanti a noi e, dopo alcuni secondi di incredulità, ci fiondammo fuori per un primo chek delle onde. Nella baia di fronte a noi rompevano onde perfette destre e sinistre con vento off-shore, l’acqua sembrava calda ed il sole del deserto ci bruciava la pelle e i nostri cuori affamati di onde. Tornammo in albergo e svegliammo subito Yor ed Andrea, ci preparammo e con le tavole sotto braccio ci buttammo in acqua. Fu un gran giorno, surfammo alla grande dalla mattina alla sera, prendendo sempre più confidenza con le onde. La serie era di un metro e mezzo abbondante e veniva con elevata frequenza. La sera, col sorriso sulla bocca, andammo a dormire, sicuri che al risveglio ci avrebbe atteso un’ altra grande giornata. Il mare però andò calando con il passare dei giorni e contemporaneamente scendeva lo sconforto nelle nostre anime, finchè non arrivò il primo giorno della temutissima ?piatta?.
L’isola di Sal è un vero paradiso per il surf: acqua calda, quasi sempre zero persone negli spot, onde fantastiche?il problema però è che senza le onde non trovi proprio un cazzo da fare. Non c’è praticamente nulla per passare il tempo, e anche se la notte ci divertivamo bevendo nei locali dell’isola, le giornate erano caratterizzate da una devastante nullafacenza, completata da un caldo afoso che ti squagliava le ossa. Yor, che fino ad allora aveva letto solo pochi libri in vita sua (il piccolo pricipe e surfnews), riuscì a battere il suo record personale divorando circa sei libri gialli al giorno, recuperati nella non foltissima biblioteca dell’albergo. Così imparammo a surfare onde di 20 cm (prodotte dal cambio di marea) su roccia affiorante, e passavamo le serate con pinzette, cerotti, nastro isolante e disinfettante per le moltissime riparazioni obbligatorie alle tavole e soprattutto sotto i nostri piedi ( per diversi giorni Andrea camminava a carponi e Pox andava in giro con cicatrici sul volto tipo pirata). Girammo tutta l’isola (tranne la costa est che, anche se era l’unica con onde, a detta dei locali era infestata da affamatissimi squali), passammo per Punta Preta a ovest e tutti gli spot a sud, ma ovunque regnava la ?piatta?. Venimmo a sapere solo dopo che questi spot lavoravano esclusivamente in inverno, e noi eravamo, guarda caso, in agosto? Poi un bel giorno venimmo a sapere da un local incontrato in un bar notturno che sarebbe dovuta entrare una grande mareggiata. Non credendo alle sue parole ci svegliammo la mattina seguente con la stessa apatia che ci caratterizzava in quei giorni, ma dio Nettuno aveva in serbo per noi una bella e tanto attesa sorpresa? Il mare era davvero incazzato e quella mattina levò gli ormeggi a molte barche attraccate al molo di Santa Maria. Gli spot erano tutti impraticabili e a riva c’era una risacca di due metri che spazzava via tutto ciò che si avvicinava al mare. Sicuri della presenza delle onde ci svegliammo la mattina dopo ma, con grandissima delusione davanti a noi si apriva una piatta distesa azzurra! Increduli c’è chi tentò il suicidio, come Yor, impiccandosi con una corda legata al mal funzionante ventilatoredella casa. In effetti oltre al mare piatto notò con suo grande rammarico che i libri della biblioteca erano finiti? Verso sera però, quando tutti erano chini in ginocchio di fronte ai letti in preghiera, qualcosa nell’aria sembrò cambiare. Non so perché uscii con la tavola per andare in spiaggia, ma le mie sensazioni erano diventate realtà: in acqua c’era un buon metro liscio! Chiamai gli altri che, senza credermi, mi seguirono, e surfammo con un bel tramonto le onde tanto attese in quei giorni. Ma dopo un paio di giorni finì tutto e allora la decisione unanime fu di tornare qualche giorno prima del previsto, anche perché tutti e quattro oramai andavamo al bagno circa 8 volte al giorno.
Inoltre il simpaticissimo proprietario dell’albergo ci accollò circa 50 euro di danni inesistenti che dovevamo pagare.
Gli Spots:
L’isola di Sal offre una grandiosa destra su roccia a Punta Preta, uno spot nella west coast dell’isola. Le onde qui possono arrivare fino a 4 metri. Lavora solo nei mesi invernali, da novembre a febbraio.
Ci sono comunque molte altre ottime alternative nella costa Sud:
il Relitto: si trova nella punta estrema a Sud Ovest dell’isola, davanti ai villaggi turistici. In mezzo allo spot c’è un relitto di una barca a vela incagliata in una grande secca. A sinistra del relitto rompe una lunga e potente destra, che verso la fine tende ad un mega close out. Sulla destra del relitto si trova invece la sinitra, lenta ma divertente. L’unico pericolo, a mio avviso, sono le correnti che portano in mare aperto quando lo spot è attivo. Secondo alcuni però la presenza di squali vicino al relitto è un dato di fatto. Rompe su sabbia. Vuoto quasi sempre.
il Molo: di fronte al centro del paesino di Santa Maria c’è un molo dove gli abitanti sono usuali pescare. Questo spot offre destre e sinistre divertenti su sabbia. Tende al close out. Affollato da locals.
Home Spot: l’Home Spot (chiamato da noi così perché si trovava davanti al nostro albergo) è situato tra la fine di Santa Maria e l’inizio del deserto. E’ una baia di media ampiezza, e ai suoi estremi si srotolano rispettivamente una destra e una sinistra molto lunghe. La sinistra tende al tubo nella sezione finale, mentre la destra ha una partenza soft e una parete veloce e divertente. Offrono entrambe la possibilità di manovre radicali. Il fondale è misto di roccia e sabbia.
il Picco: si trova attaccato all’home spot, nell’estremità sinistra della baia. Offre una sinistra che nei bei giorni entra fino nella baia dell’home spot. Rompe su roccia.
Baia delle Conchiglie: si trova a circa 300 metri dall’Home Spot, nell’estemità Sud Est dell’isola.E’ una piccola baia ricoperta da milioni di conchiglie. L’onda è destra e rompe su sabbia, roccia e conchiglie.
Le Saline: si trova appunto di fronte alle antiche saline portoghesi, nella costa Nord Est dell’isola. Non abbiamo mai visto lo spot attivo, ma siamo sicuri che grazie alla conformazione della baia dovrebbe offrire ottime onde. E’ da guardare quando a Sud il vento off-shore spiana tutti gli spots. Su sabbia e roccia, pericolo squali.
Notizie utili:
Per dormire si ha una vasta scelta, a seconda delle possibilità finanziarie. A Santa Maria ci sono grandi villaggi turistici, per chi vuole spendere. Molto bello è il Venta Club. L’opzione migliore comunque sono gli alberghetti, in abbondanza nel paesino. Non costano molto, sono puliti e si trova quasi sempre posto anche se non si ha la prenotazione. L’ultima possibilità è arrivare a Santa Maria e chiedere per una casa. Molti abitanti infatti affittano agli stranieri delle stanze della loro abitazione. Il costo è notevolmente basso. Per mangiare è consigliato portarsi da casa una ricca spesa…infatti sull’isola non esistono supermercati, e i pochi negozietti che vendono da mangiare sono carissimi (un pacco di pasta da 500g può costare anche 3 euro). Nei ristoranti comunque si trova del buon pesce, meno costoso dell’italia. A Santa Maria sono presenti 2 pizzerie gestite da italiani. Non bere assolutamente l’acqua corrente e non prendere cocktail con ghiaccio. Evitare l’unica panetteria esistente (la Paderia). Infatti anche se produce buon pane, questo ha effetto del tutto lassativo… Per muoversi c’è l’opportunità di affittare biciclette, motorini, 4x4 da deserto, fuoristrada del 15-18 e Mercedes. Anche se il costo di affitto non è eccessivo è più economico prendere un taxi. Con questo si possono raggiungere tutti gli spots dell’isola con massimo 2 euro a tratta. Anche se la povertà dell’isola è grande non esiste delinquenza, e si può girare la notte molto tranquillamente.


 


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